Osservatorio internazionale Afghanistan
Tra resistenza ed esistenza, per la ricostruzione della pace, la sicurezza, la partecipazione e il riconoscimento dei diritti.
Tra resistenza ed esistenza, per la ricostruzione della pace, la sicurezza, la partecipazione e la riconoscenza dei diritti.
Il progetto vuole dare voce alle donne afghane, rifugiate e della diaspora,
e a quelle ancora residenti in Afghanistan, per la costruzione dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza
Uno degli obiettivi più importanti del Piano d’Azione Nazionale della Risoluzione 1325, è quello di prevenire ogni forma di violenza a partire da quella sessuale, prima, durante e dopo il conflitto. In un Paese in cui è ancora tabù parlare della violenza sessuale e dove il sistema giudiziario è stato smantellato, serve intervenire per prevenire la violazioni dei diritti umani contro le donne.
Per garantire la sicurezza sociale e prevenire la violenza basata sul genere, in pace e in guerra, è necessario identificare le cause di tale violenza e cercare di prevenirla con le organizzazioni della società civile e quelle internazionali. E’ importante approfondire il dibattito sulle discriminazioni, le violenze sulle donne e sulla popolazione, che restano impunite. La sicurezza delle donne, ovvero la protezione, non può essere un motivo per costruire attorno ad esse un apartheid di genere che le esclude dalla vita pubblica.
La partecipazione delle donne alla vita del paese, alla sua ricostruzione e ai processi di Pace è uno dei requisiti fondamentali dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza. E’ obbligo degli Stati membri delle Nazioni Unite garantire il coinvolgimento delle donne a tutti i livelli quando si prendono decisioni riguardanti i diritti umani e le libertà fondamentali.
Difendere chi proteggere i diritti umani vuol dire seminare esempi di Pace. Servono strumenti e formazione per preparare una società civile di uomini e donne difensori dei diritti, non attraverso le armi ma attraverso il dialogo, le azioni e la costruzione di un mondo diverso. Servono meccanismi per proteggere coloro che continuano ad agire per la libertà, correndo rischi all’interno dell’Afghanistan e nei Paesi limitrofi. Si deve continuare a chiedere la partecipazione delle donne ai processi di pace
Uno degli obiettivi più importanti del Piano d’Azione Nazionale della Risoluzione 1325, è quello di prevenire ogni forma di violenza a partire da quella sessuale, prima, durante e dopo il conflitto. In un Paese in cui è ancora tabù parlare della violenza sessuale e dove il sistema giudiziario è stato smantellato, serve intervenire per prevenire la violazioni dei diritti umani contro le donne.
Per garantire la sicurezza sociale e prevenire la violenza basata sul genere, in pace e in guerra, è necessario identificare le cause di tale violenza e cercare di prevenirla con le organizzazioni della società civile e quelle internazionali. E’ importante approfondire il dibattito sulle discriminazioni, le violenze sulle donne e sulla popolazione, che restano impunite. La sicurezza delle donne, ovvero la protezione, non può essere un motivo per costruire attorno ad esse un apartheid di genere che le esclude dalla vita pubblica.
La partecipazione delle donne alla vita del paese, alla sua ricostruzione e ai processi di Pace è uno dei requisiti fondamentali dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza. E’ obbligo degli Stati membri delle Nazioni Unite garantire il coinvolgimento delle donne a tutti i livelli quando si prendono decisioni riguardanti i diritti umani e le libertà fondamentali.
Difendere chi proteggere i diritti umani vuol dire seminare esempi di Pace. Servono strumenti e formazione per preparare una società civile di uomini e donne difensori dei diritti, non attraverso le armi ma attraverso il dialogo, le azioni e la costruzione di un mondo diverso. Servono meccanismi per proteggere coloro che continuano ad agire per la libertà, correndo rischi all’interno dell’Afghanistan e nei Paesi limitrofi. Si deve continuare a chiedere la partecipazione delle donne ai processi di pace
La costruzione dell’Osservatorio permanente internazionale ha tra gli obiettivi quello di favorire strategie alternative per affrontare il tema della condizione femminile in Afghanistan.
Vogliamo monitorare la situazione nel Paese, in relazione agli obiettivi dell’agenda DPS e fornire proposte in relazione ai bisogni della popolazione afghana.
riconoscimento in Italia dei titoli di studio conseguiti in Afghanistan
iscrizione dei figli a scuola. Iscrizione all’università italiana e ai corsi per gli esami di selezione all’università
orientamento ai corsi di lingua in italiano
orientamento per l’accesso ai servizi socio sanitari, per programmi di salute fisica e mentale, per i i corsi pre parto e per la salute dei vostri figli
costruzione del curriculum vitae, bilancio delle competenze, ricerca di tirocini e lavoro
informazioni su questioni inerenti il proprio status di rifugiata o di migrante, per conoscere i propri diritti in ambito lavorativo, familiare o altro.
Pangea mette a disposizione uno Sportello di aiuto per rispondere ai bisogni delle donne afghane migranti,
rifugiate e della diaspora che opera attraverso un approccio interculturale di genere.
Lo Sportello non si occupa di ricongiungimenti familiari né di corridoi umanitari e lavorativi.